Il Tetto

Progetti e attività

LA SOLIDARIETA’ SI DIMOSTRA CON LE AZIONI

Molti dei nostri ragazzi arrivano da lontano ed imparare la nostra lingua è uno dei primi passi per farli sentire più ‘a casa’.
Alcuni vanno a scuola, altri frequentano i corsi serali, altri ancora frequentano il corso di italiano che abbiamo strutturato per loro. Tutti hanno bisogno di essere seguiti ed aiutati per realizzare i sogni e i desideri che li hanno portati fin qui.

Un ringraziamento speciale a Gabriella, che ha voluto condividere con noi la sua esperienza, e a tutti i volontari che ogni giorno camminano accanto ai nostri ragazzi accompagnandoli nella crescita con pazienza e affetto.

“Incontrarlo è stata la sorpresa che mi ha riservato il 2017! Tutto è accaduto quasi per caso.
Dal racconto di mio nipote, che frequenta la sua stessa classe, ad offrimi di aiutarlo nella conoscenza della nostra lingua, il passo è stato breve. È stato breve perché di fronte alle immagini degli sbarchi di uomini,donne e bambini, mi sono sempre sentita a disagio. Lo sguardo smarrito di chi si trova in una realtà diversa e sconosciuta è, per me, come un grido di aiuto a cui non ho saputo rispondere sino ad ora.
Così non ho esitato, convinta che la solidarietà si dimostra con le azioni.
Avendo preso contatto con la preside, abbiamo stabilito di dedicare al ragazzo un’ora di lezione, ogni lunedì, dalle 14,15 alle 15,15.

Per il primo incontro sono stata assalita dall’ansia, pensando a un ragazzino stanco che svogliatamente avrebbe subìto un’altra ora di lezione, ma la realtà è stata sorprendente: M. aveva e ha una gran voglia di apprendere. E’ intelligente e, di fronte alla nuova lingua si pone in maniera attiva, chiede spiegazioni ulteriori se qualcosa non è chiaro e memorizza subito. Ha capito che deve lavorare molto e non si rifiuta mai di eseguire esercizi che affronta sempre puntualmente e con diligenza.

L’aspetto più gratificante per me è che lo vedo sempre disponibile e contento e credo che abbia fiducia in me perché abbiamo parlato dei suoi progetti e mi ha espresso il desiderio di diventare medico. Io ho sottolineato che un simile obiettivo sarà raggiungibile solo con molto sacrificio ma la prospettiva non lo ha impaurito. Con la responsabile della casa che lo accoglie ci siamo poste il problema della scelta della scuola superiore e, dopo un’ adeguata riflessione, abbiamo trovato quel che si adatta a lui e al suo progetto. Un istituto tecnico professionale, che da’ una preparazione per le attività sanitarie, è parsa la scelta migliore perché al conseguimento del diploma, se vorrà,  potrà iscriversi all’Università ma avrà anche la possibilità di trovare un lavoro. Il futuro però non lo allontana dal suo paese, a cui pensa soprattutto in riferimento alla madre. Ci ha tenuto molto a condividere la sua appartenenza nel giorno della festa di indipendenza del Gambia, che è avvenuta nel 1952.

Le premesse per la sua integrazione sembrano ottime e spero che oltre alla lingua impari ad apprezzare anche la nostra disponibilità nell’accettare e aiutare chi ha bisogno di un orizzonte più ampio.”

Gabriella