Il Tetto

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Itaca è per me l’isola sicura come lo fu per Ulisse.

La mia Itaca è il mio futuro, Itaca è la casa che mi ha accolto, e in cui ci sono persone di 9 nazionalità diverse, che vivono insieme.
Sono arrivato ad Itaca un anno fa, all’inizio non mi sembrava un posto sicuro per me; gli altri ragazzi erano tutti Egiziani, parlavano arabo tra loro e non li capivo. Volevo andare a scuola e non pensavo fosse possibile, ma già la sera del primo giorno Ramadan mi ha raccontato che lui stava frequentando la terza media, allora pensai che forse sarebbe stato possibile anche per me: la prima buona notizia.
Dopo cinque giorni ho cominciato ad andare a scuola, ad imparare l’italiano, a fare amicizia con i compagni di classe e a poter chiacchierare con gli altri ragazzi.
Ricordo bene la prima volta che ho fatto i compiti a casa, c’era Federico con me che mi spiegava i simboli di matematica. Ho capito che ero nel posto sicuro per me, ho trovato sempre qualcuno a cui chiedere aiuto quando ne ho avuto bisogno.
Gli educatori danno troppe regole, però sanno dare i consigli come fossimo loro fratelli. Stefania è come nostra madre.
Ho fatto poi un incontro importante con Gabriella, la nonna di Giulio, un mio amico e compagno di classe. Lei mi insegna l’italiano, mi ha portato in vacanza al mare e spesso mi invita a pranzo con tutta la famiglia. Tutti mi vogliono davvero bene e io voglio tanto bene a loro. Grazie a tutti.

Da qui posso fare sogni sul mio futuro e impegnarmi per costruirlo come desidero. Itaca è per me l’isola sicura come lo fu per Ulisse.
Mamadou